HACHIKO di Lluís Prats

Il romanzo "Hachiko", dell'autore catalano Lluís Prats, edito da Albe Edizioni, si ispira a una vicenda realmente accaduta e ci racconta una storia di fedeltà senza eguali che ha commosso tutto il mondo, quella di un cane verso il suo padrone. 
In Italia, questa toccante storia di lealtà ha fatto breccia nel cuore dei giovani lettori che le hanno conferito il Premio Strega Ragazze e Ragazzi 2018, nella categoria +6.

La vivida scrittura dell'autore e le intense immagini ad acquerello dell'artista polacca Zuzanna Celej, ci trasportano nel Giappone degli anni venti immergendoci da subito nelle tradizioni di questa cultura. Ci ritroviamo così in un mondo fatto di bonsai, case da tè, saké e liquore di riso.
Immaginiamo facilmente la cittadina di Shibuya: la stazione, le pagode e il grande parco di ciliegi, aceri, cedri dell'Himalaya e crisantemi (il fiore simbolo del Giappone).

Protagonisti della storia sono Eisaburo Ueno, professore di Agricoltura all'Università di Tokyo e Hachiko, un cucciolo di razza akita, che entra a far parte della vita della famiglia un rigido giorno di gennaio. È bianco come un fiocco di neve (cosa strana per questa razza), e arriva da una regione del nord, dopo un lungo ed estenuante viaggio in treno in cui è quasi morto dal freddo. 
Il professore lo ritira alla stazione, lo avvolge nel cappotto e lo porta a casa. Questo gesto sancirà l'inizio di un rapporto esclusivo fatto di quotidianità, passeggiate, scoperte e abitudini consolidate. 
Il cane dovrebbe essere un regalo per la figlia, ma è chiaro da subito che sarà il professore a diventarne il vero "padrone".
È l'uomo stesso a scegliere il nome per la bestiola: si chiamerà Hachiko, perché a causa delle sue zampette storte sembra un numero otto, un "hachi". 
Ed è sempre lui che il giorno seguente si alza di buon'ora per accudirlo.
"Ti prometto, e te lo prometto solennemente, Hachiko, che in questa casa non ti mancherà mai una ciotola di latte tiepido".

È l'inizio di una grande amicizia che parte in sordina tra "conversazioni" in giardino sotto le stelle ("Vedi le Pleiadi come illuminano il cielo?") o durante le lunghe passeggiate al parco ("E questo è un ginkgo biloba, un albero preistorico. Non ne troverai di più vecchi, qui, puoi scommettere quello che vuoi"). 

Qualche settimana dopo l'arrivo di Hachiko si stabilisce una routine molto particolare. Dopo colazione, il cane accompagna il professore alla stazione e solo quando lo vede scomparire in mezzo alla folla, torna a casa. Alle 17.30, puntualissimo come se avesse nella testa un orologio svizzero, si dirige nuovamente verso la stazione per attendere il rientro del padrone.

Un rito che si ripeterà quotidianamente per un anno e mezzo, fino ad un fatidico giorno di maggio in cui il professore si recherà a Tokyo per un'importante conferenza, da cui non farà mai ritorno.
Quella sera l'uomo mancherà l'appuntamento e nessuno spiegherà ad Hachiko che il suo padrone non c'è più cui, che è morto a causa di un malore.
Il cane, fedele e determinato, continuerà a fare affidamento sulle parole che l'uomo gli aveva rivolto: "Quando torno, stasera, andiamo a fare un bel giro. Te lo prometto solennemente, Hachiko. Mi senti? Solennemente. Tu e io da soli, d'accordo? Aspettami qui come sempre. A più tardi!"

Il ritmo del romanzo a questo punto accelera, descrivendo in modo incalzante le vicissitudini dell'animale e la narrazione diventa struggente.
La moglie del professore si trasferisce a Tokyo dalla figlia. Non potendo portare con sé il cane, poiché il genero è allergico, lo affida a parenti che vivono lontano, in campagna. Hachiko, maltrattato e desideroso di rivedere il padrone, scappa e torna a Shibuya. Si prende cura di lui il giardiniere di casa Ueno, che vive ancora nel capanno dell'abitazione e che adesso lavora per i nuovi proprietari.

La costanza e la dedizione di Hachiko, che non smette di attendere il suo padrone, conquistano tutti coloro la cui vita gravita attorno alla stazione: il ragazzo dell'ufficio postale, la geisha, la signora della pescheria e il capostazione stesso. Nel tempo, tutti si affezionano a lui e ognuno gli dedica attenzioni e gesti premurosi. 
Un giorno in cui si presenta un funzionario del canile deciso a portarlo via, la piccola comunità si schiera al suo fianco impedendone la cattura. Due giorni dopo, Hachiko sfoggerà un collare nuovo con su incisa la scritta PROPRIETÀ DEL PROFESSOR EISABURO UENO E DELLA STAZIONE DI SHIBUYA.
Un giornalista venuto a conoscenza della sua storia scriverà un articolo che lo renderà famoso in tutto il Giappone e gli abitanti di Shibuya commissioneranno a un artista la sua statua da esporre in piazza. 
Quando anche il giardiniere lascerà la cittadina a causa di problemi di famiglia, Hachiko solo e malandato, si rifugerà sotto un vecchio vagone abbandonato. 
Per dieci lunghi anni, attenderà pazientemente il suo padrone, sino a una nebbiosa sera di marzo in cui finalmente il professor Ueno scenderà da un treno luminoso e dorato, nel preciso momento in cui Hachiko chiude gli occhi per non aprirli mai più. 
"Sei ancora qui, Hachiko? Me lo aspettavo. Bravo. Mi dispiace che tu abbia dovuto aspettarmi un po' più del solito, oggi, ma ho perso il treno". 

Ci piace perché... 
È la storia di una grande amicizia e ci parla di fedeltàtenerezza e dolore.

Il commento di FigliaLibro e FiglioLibro
Abbiamo letto il libro tutti insieme, sul lettone della casa in montagna, l'estate scorsa.
FiglioLibro è rimasto particolarmente colpito dall'aspetto "temporale" della vicenda: un anno e mezzo di amicizia che è valso dieci anni di fedeltà! 
FigliaLibro, che all'epoca aveva cinque anni, ha avuto la necessità di elaborare il finale: "Mamma ma Hachiko chiude gli occhi perché dorme? L'incontro con il professor Ueno è un sogno? O muore per sempre?" 
Nei giorni successivi alla lettura del romanzo, ne abbiamo parlato tanto. Entrambi lo hanno trovato molto coinvolgente. Amando gli animali, e in particolare i cani, hanno gioito e sofferto con il protagonista. 

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HACHIKO
Lluís Prats Martínez
Illustrazioni: Zuzanna Celej
Traduzione: Alberto Cristofori
Editore: Albe Edizioni 2017
Pagine: 160
Età di lettura: Dai 6 anni (lettura condivisa), Dai 9 anni, Dai 10 anni (lettura autonoma)

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