L'OCCHIO DEL LUPO di Daniel Pennac

 


"L'OCCHIO DEL LUPO" di Daniel Pennac, edito da Salani, è un libro piccolo, perché breve da leggere, e grande al tempo stesso, per il contenuto prezioso che veicola.

Due vite a confronto: quella di un lupo del grande Nord e quella di un ragazzino del continente nero, (Pennac in realtà ci parla di Africa Gialla, Africa Grigia e Africa Verde, colori molto più significativi), accomunate da un passato fatto di abbandoni, situazioni difficili e solitudine.
Africa e Lupo Azzurro, (così si chiamano i due protagonisti), si incontrano per caso in uno zoo qualsiasi di un paese europeo.
L'animale percorre la gabbia in lungo e in largo, intravede il ragazzo attraverso l'unico occhio rimastogli, ma non sofferma lo sguardo su di lui. Da anni ormai non si interessa più agli uomini.
Il ragazzo, dal canto suo, rimane immobile di fronte alla gabbia e osserva l'animale senza dire nulla. Giorno dopo giorno, lui è sempre lì.
Indispettito da questa anomala presenza, Lupo Azzurro disattende la scelta fatta dieci anni prima e decide di ricambiare lo sguardo, seppur a disagio.

"A un tratto il lupo non sa in che occhio del ragazzo fissare lo sguardo. Esita. Il suo unico occhio salta da destra a sinistra e da sinistra a destra.
...
Così il suo unico occhio impazzisce sempre più e ben presto, attraverso la cicatrice dell'occhio morto, spunta una lacrima.
Non è dolore, è impotenza, e collera."

Un momento decisivo, il cuore del racconto, l'inizio di una comunicazione intima.
Un esempio di empatia potentissimo quello di Africa, che avverte il disagio dell'animale e decidere di chiudere un occhio anche lui, per poter adottare lo stesso punto di visto del suo interlocutore.

"Allora il ragazzo fa una cosa curiosa, che calma il lupo, lo mette a suo agio. Il ragazzo chiude un occhio.
Ed eccoli là che si fissano, occhio nell'occhio, nel giardino zoologico deserto e silenzioso, con un tempo infinito davanti a loro."

Adesso che sono sullo stesso piano, le immagini cominciano ad affiorare nella profondità dei lori sguardi, raccontandone le rispettive storie. 
Ad accomunare essere umano e animale, le difficoltà della vita, che li hanno feriti ma non abbattuti e che saranno il collante della loro nuova amicizia. 
Un libro diviso esattamente a metà ("L'occhio del lupo" e "L'occhio dell'uomo") per concedere ai due protagonisti uguale attenzione.
Con la sua scrittura arguta e delicata, diretta e sensibile l'autore ci racconta esperienze di vita difficili ma superabili, portandoci alla riflessione su valori universali importanti. 
L'amicizia e la capacità di comunicare sono intese come massima apertura all'altro, come disponibilità a mettersi all'ascolto per predisporsi a una conoscenza reciproca sincera e profonda.

"L'OCCHIO DEL LUPO" rientra nella catalogazione "libri per l'infanzia". In effetti è breve, di semplice lettura e corredato da piacevoli illustrazioni sparse nelle pagine, ma io lo suggerisco a lettori di tutte le età, perché è un testo che scalda il cuore.

Il commento di FiglioLibro e FigliaLibro
Ho scelto di affrontare questo libro come lettura ad alta voce perché, seppur breve e semplice, si tratta di un testo dal ritmo lento e molto introspettivo. Tra l'altro lo stile drammaturgico di Pennac si presta benissimo alla lettura condivisa.
Questa modalità permette un confronto diretto e una comprensione più approfondita di tutte le chiavi di lettura, da parte dei lettori più giovani.
Il racconto è piaciuto a entrambi (7 e 10 anni). FiglioLibro l'ha definito triste ma molto bello, è stato colpito dall'amicizia tra uomo e animale e ha riconosciuto il concetto di "empatia" spiegato dalla maestra a scuola. Leggerlo assieme a loro è stata un'esperienza molto appagante. 

Qualche curiosità sulla vita dell'autore
Daniel Pennac, (pseudonimo di Daniel Pennacchioni), è nato nel 1944 a Casablanca, in Marocco. Ultimo dopo tre fratelli, ha vissuto in Africa, Europa e nel sud est asiatico, per seguire il padre ufficiale.
All'età di otto anni è entrato in collegio. Considerava la scuola una prigione e i suoi risultati erano piuttosto scarsi. In istituto la lettura a piacere era proibita e questo divieto fu forse la sua fortuna, perché lo spinse ovviamente a infrangerlo. Pennac lesse all'epoca molti libri, di nascosto, con una torcia sotto le lenzuola. Al liceo finalmente ebbe la fortuna di incontrare insegnanti che seppero stimolarlo nel modo giusto, riconoscendone e assecondandone le predisposizioni. Fu così che il ragazzo si dedicò con sempre più interesse alla lettura e alla scrittura, diventando un insegnante e uno scrittore appassionato.

Il libro è disponibile su IBS in diverse edizioni e formati.
Quello che abbiamo noi è:

L'OCCHIO DEL LUPO
Daniel Pennac
Illustrazioni: Paolo Cardoni
Traduzione: Donatella Ziliotto
Editore: Salani 2006
Collana: Istrici d'oro
Pagine: 109, rilegato
Età consigliata: dagli 8 anni 
Daniel Pennac

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