CUORI DI CARTA di Elisa Puricelli Guerra

"L'unico suggerimento che posso darti è guardare sempre in alto, se tieni gli occhi troppo bassi rischi di perderti un sacco di cose."
Una

"Cuori di carta" di Elisa Puricelli Guerra, edito da Einaudi Ragazzi, è un romanzo del 2012 che mi è capitato tra le mani perché assegnato a mio figlio per un progetto scolastico di lettura (lui fa il secondo anno delle medie). Non lo conoscevo e sono rimasta colpita per diversi aspetti. 
Protagonisti sono una ragazza e un ragazzo che vivono in un misterioso istituto insieme a molti altri coetanei. Non si sono mai incontrati e il loro rapporto comincia per gioco, attraverso un singolare scambio di biglietti inseriti in un libro della biblioteca. Si tratta di Puck il folletto di Kipling, un testo finito per caso su uno scaffale sbagliato e tra i meno letti dagli studenti, e già questa circostanza pare suggerire un disegno del destino affatto casuale, ma dettato da un'affinità di spirito che avvicina fin da subito i due protagonisti. 
La conoscenza tra loro si approfondisce pagina dopo pagina, o sarebbe meglio dire biglietto dopo biglietto, perché sì, si tratta di un romanzo epistolare dall'inizio alla fine. La scelta dell'autrice è coraggiosa ma ben riuscita, la curiosità per il rapporto che si sviluppa tra i due e le mille domande su dove si trovano davvero, incollano il lettore alle pagine senza scoraggiarlo per la forma del romanzo, al contrario, stuzzicandolo a proseguire nella lettura. Così l'adolescente di oggi, abituato nella vita di tutti i giorni a destreggiarsi tra telefonini, mail, sms e social si trova invischiato invece in un fitto scambio di lettere. La struttura narrativa fa sì che il lettore impari a conoscere i due protagonisti e partecipi alle vicende che li coinvolgono in contemporanea con loro, ed è proprio il tempo reale del racconto che rende il coinvolgimento emotivo e l'immedesimazione nella storia ancora più incisivi.  I due adolescenti scelgono di non incontrarsi di persona, ma di continuare a scriversi per gioco, nel tentativo di rompere la monotonia delle loro giornate sempre uguali. Non svelano neppure il proprio nome: inizialmente sono Felicediconoscerti e Chiunquetusia, poi Una e Dan, i protagonisti del romanzo veicolo dei loro messaggi. 

"Ma forse il mio cuore è davvero di carta, perché è così fragile che tutto lo minaccia. Può essere stracciato, accartocciato, buttato nel cestino, fatto in piccolissimi pezzi, volare via. Lo so che è così. E' successo."
Una 

Tra le righe dei loro scritti emergono con cautela, poco a poco, le rispettive personalità. Una è appassionata di cielo e di nuoto: trova pace osservando le nuvole o immergendosi nel silenzio dell'acqua, dove l'unico rumore è il battito del suo cuore. Dan è un maratoneta esperto di parole: corre per non pensare a nulla e cerca ogni termine che non conosce sul vocabolario per sentirsi meglio, perché le parole sono affidabili e rimangono, mentre le cose spariscono. Entrambi trovano conforto nei libri. In loro si intravedono insicurezze e timori così comuni negli adolescenti, ma anche coraggio, desiderio d'avventura e determinazione che si fanno strada con forza. 

"Anche il mio cuore è di carta, Una. Ma la cosa bella è che tu stai raccogliendo i pezzi a uno a uno e poi li incolli facendo combaciare gli angoli storti e i punti che sembrano non potersi unire e i pezzi dello stesso colore che non si sa mai dove vanno..."
Dan

Una e Dan flirtano e si confidano superando reticenze e paure, e finalmente scrivono l'una all'altro quelle verità scomode delle loro vite, che di fatto li rendono quello che sono. E mentre i due acquistano la fiducia reciproca necessaria per rivelarsi, il lettore scopre perché si trovano in quello strano istituto, in cui seguono una misteriosa terapia e assumono una medicina che cancella i ricordi. La verità che emerge è forte e sconvolgente e li costringe a prendere posizione compiendo scelte importanti. Non è così che si diventa adulti? 

E qui faccio una pausa per lanciare un'allerta spoiler, perché per spiegare le mie riflessioni sul libro, devo svelare ciò che si scopre solo a fine lettura. 

Per chi preferisce fermarsi qui, sappia che il romanzo a mio figlio e a me è piaciuto. Nonostante una parte iniziale forse un po' lenta, che rispecchia l'evidente difficoltà dei due protagonisti a lasciarsi andare e raccontarsi, la scrittura è diretta e fluida, il mistero e il senso di avventura rendono accattivante la lettura, così come il rapporto sentimentale tra i due, che cresce parallelamente alla necessità di conoscersi, accettarsi e amarsi. Una lettura che consigliamo a tutti e che nel 2013 ha vinto il Premio Bancarellino

Per chi invece decide di proseguire, ecco la cruda realtà che, da genitore, mi ha colpita e amareggiata: l'istituto in cui si trovano Una e Dan svolge un'attività sperimentale che ha lo scopo non solo di cancellare la memoria dei ragazzi in merito a eventi traumatici che hanno vissuto e che li condizionerebbero per sempre (e di questo loro sono al corrente), ma anche e soprattutto di eliminarne i difetti e farne emergere esclusivamente le qualità. Gli adulti hanno infatti compilato un modulo dettagliato in cui accettano i rischi della sperimentazione nel tentativo di rendere i figli 'perfetti' secondo i propri canoni. 
'Genitori mostri' quindi? Non proprio. Hanno alle spalle ferite e profonde sofferenze che la vita, a caso, infigge. Ma nemmeno i dolori più indicibili e le difficoltà quotidiane cancellano la profonda responsabilità del ruolo genitoriale né, purtroppo, ci giustificano per le mancanze o gli errori nei confronti dei nostri figli. Ciascuno di noi è il frutto delle scelte che compie, facili o difficili che siano, e di ciò che ha vissuto.
 
"Non è facile dirlo a voce alta, ma non sono più così convinto di dover dimenticare tutto. Forse per crescere bisogna ricordare... 
Il nostro passato ci rende come siamo adesso, non credi?"
Dan

Ci piace perché...
Propone una forma narrativa, quella epistolare, inusuale e accattivante, riuscendo a ben dosare storia d'amore, avventura, crescita e fantascienza.
Suggerisce una riflessione provocatoria sui temi della tolleranza e dell'accettazione degli altri - figli compresi - così come sono, abbandonando modelli di perfezione stereotipati e irragionevoli. Ci ricorda l'unicità di ciascuno di noi, fatta di pregi e di difetti, caratteristiche imprescindibili del nostro essere. Il primo passo per accettare gli altri, è conoscere e accettare se stessi nella versione più intima e sincera.
Impone un profondo esame di coscienza agli adulti in quanto genitori: siamo davvero convinti di sapere sempre cosa sia giusto per i nostri figli? Siamo in grado di accettarli per quello che sono, senza riserve e senza volerli plasmare a nostra immagine e somiglianza? E soprattutto, siamo coscienti che le difficoltà più grandi e i dolori più indicibili che possiamo subire non cancellano la responsabilità e l'influenza che abbiamo nei loro confronti?
Perché 'vivere' implica affrontare gioie e dolori del percorso quotidiano, consapevoli di essere il frutto di ciò che ci accade e di come scegliamo di affrontarlo.

L'autrice
Elisa Puricelli Guerra è nata a Milano dove si è laureata in storia medievale. Lettrice insaziabile, dal 1998 si dedica alla letteratura per ragazzi come autrice, editor e traduttrice. Ha pubblicato diversi romanzi e ottenuto prestigiosi riconoscimenti. Nel 2013 ha vinto il «Premio Bancarellino» e il «Premio Castello di Sanguinetto» con il libro Cuori di carta. Sempre per la collana «Carta bianca» ha scritto Ruby Bridges è entrata a scuola e L’equazione impossibile del destino. Ha inoltre scritto molti libri per le collane «Classicini», «Grandissimi» e «Che storia!».

Ti piace? Il libro è disponibile sulle piattaforme affiliate AMAZON e IBSOptando per questa scelta, non avrai alcun costo aggiuntivo, ma offrirai indirettamente un piccolo contributo al nostro lavoro. Grazie per il supporto! 😊
CUORI DI CARTA
Elisa Puricelli Guerra
Editore: Einaudi Ragazzi, 2012
Collana: Carta bianca
Pagine: 212
Età di lettura consigliata: dai 12 anni

Commenti