IL MISTERO DEL LONDON EYE di Siobhan Dowd

"So di essere un tipo strano. Sul mio cervello gira un sistema operativo diverso da quello delle altre persone. Vedo cose che loro non vedono e a volte loro vedono cose che io non vedo. Per quanto mi riguarda, se Andy Warhol era come me, allora un giorno sarò anch'io un'icona culturale. Invece che per lattine di zuppa e divi del cinema, io sarò famoso per le mie previsioni del tempo e per l'abbigliamento formale e andrà bene così."

Ci sono libri speciali che hanno tanto da dire e che veicolano molto, Il mistero del London Eye di Siobhan Dowd, edito da uovonero, è sicuramente uno di questi. Trama avvincente, ritmo incalzante, scrittura diretta, brillante e ironica; in quest'opera troviamo tutto: avventura, mistero, famiglia, insicurezze, determinazione, coraggio e molto di più. 
Ad accompagnarci in questo viaggio tra le strade di Londra e nei meandri della sua metropolitana è Ted, un ragazzino di dodici anni diverso dagli altri - è lui stesso a dirlo - in quanto la sua mente segue percorsi non convenzionali. 
In effetti Ted è davvero particolare: indossa l'uniforme scolastica anche durante le vacanze, sfarfalla con le mani, non sa riconoscere le espressioni sui volti degli altri, non capisce le metafore e non ha amici.

"A scuola dicono che sono un neek. E' un incrocio tra un nerd e un geek, come dire, tra uno sfigato e un secchione. Agli altri non sto simpatico perché faccio sempre discorsi seri. Sto cercando di imparare a parlare di sciocchezze. Ma è difficile."

Ossessionato dalla meteorologia e dal suo ordine, Ted ha la necessità di codificare e ingabbiare la realtà in schemi che lo aiutano a comprenderla e darle un senso. Solo così riesce a rilassarsi e ad affrontare ciò che accade intorno a lui, le cosiddette 'variabili' di sistema. 
"Asperger" si chiama la sindrome da cui è affetto, ma nel testo questo termine non compare mai, ed è bello che sia così, d'altra parte non siamo tutti sullo spectrum autistico - chi più, chi meno?
E infatti, complice la trama davvero accattivante e la sapiente descrizione del personaggio, è facilissimo empatizzare da subito con lui, seguirlo nei suoi insoliti ragionamenti e tentare di dipanare insieme un mistero che pare davvero senza soluzione.
Ted vive a Londra con la sorella Kat, la madre infermiera e il padre esperto in demolizione di grattacieli. Un giorno piombano a casa loro dal Nord dell'Inghilterra la zia materna Gloria, un'eccentrica artista divorziata e il figlio Salim. I due stanno per trasferirsi negli Stati Uniti e sono venuti a salutare la famiglia prima della partenza. Ted, che non li vede da cinque anni, non è affatto contento del loro arrivo, tantomeno di dover condividere la sua stanza con il cugino, situazione per lui molto destabilizzante. Eppure i due riescono a comunicare fin da subito, trovando tra di loro insospettabili punti in comune e condividendo le rispettive solitudini. 
Il mistero comincia una domenica, quando Kat e Ted accompagnano Salim lungo la riva sud del Tamigi. Il cugino sale da solo sul famoso London Eye, ma a giro terminato, quando la capsula su cui lo avevano visto entrare si apre, di lui non c'è più traccia.
Quando arrivano le tempeste, è difficile prestare attenzione al resto, afferma Ted, e in effetti gli adulti, sconvolti dagli eventi, cedono alla disperazione, incapaci di  ascoltare. La stessa mamma, solitamente così attenta nei suo confronti, lo allontana ripetutamente: Non è il momento per le tue teorie, gli dice, e il lettore che non può intervenire, sa quanto lei si stia sbagliando, perché Ted è particolarmente bravo a capire i fatti e come funzionano le cose.

"La mamma di solito è quella della famiglia che mi capisce... Ma da quando Salim era scomparso, le cose si erano rovesciate. Kat mi ascoltava. La mamma no."

E così, mentre i grandi si angosciano e la polizia brancola nel buio, saranno proprio fratello e sorella, grazie a un ritrovato dialogo e a una comprensione reciproca che prima mancava, a unire le forze e risolvere il mistero.
Nel corso della narrazione, il lettore assisterà all'evoluzione del protagonista, costretto a confrontarsi più volte con se stesso, con le proprie paure e insicurezze e a mettersi in gioco attraverso piccoli ma importanti cambiamenti che lo porteranno a uscire dalla propria comfort zone e a crescere, travalicando quei limiti che a volte siamo noi stessi a porci.

Ci piace perché... 
La trama è avvincente e i personaggi davvero indimenticabili e ben delineati. 
La figura di Ted è un monito ad affrontare la vita con coraggio e pienezza, senza indietreggiare di fronte alle difficoltà e a ciò che ci spaventa. Osservarlo mentre vince le sue paure ed evolve cambiando piccoli grandi aspetti di sé è commovente e stimolante al tempo stesso: come quando dirà le sue prime bugie, che lo rendono più simile ai coetanei, ma sono una novità così inaspettata per lui, da sentire il bisogno di annotarle su un quaderno. 
Il tema della diversità è affrontato in modo diretto, ironico e mai banale, senza pietismo né retorica, in un naturale e reciproco venirsi incontro e aprirsi all'altro. Se da una parte Kat si avvicina al fratello e mostra di apprezzarlo per la prima volta, dall'altra lo stesso Ted si sforza di uscire dal suo mondo per guardare le cose con occhi diversi.
E' un perfetto esempio di lettura intesa come veicolo empatico, che permette l'incontro con mondi diversi altrimenti irraggiungibili e il confronto con le emozioni, proprie e altrui.

Il romanzo ha vinto il Premio Andersen 2012 come miglior libro oltre i 12 anni.

L'autrice
Siobhan Dowd (1960-2007) è stata una scrittrice inglese di origini irlandesi, considerata una delle più grandi narratrici per ragazzi e giovani adulti del nuovo millennio. Come attivista del PEN Club International si è battuta contro la censura nei confronti degli scrittori in varie parti del mondo.
Poco prima della morte prematura a causa di un tumore, ha creato una fondazione, The Siobhan Dowd Trust, che promuove l'accesso alla lettura per bambini e ragazzi svantaggiati. Tutti i diritti d'autore dei suoi libri sono destinati all'attività della Fondazione.
Ulteriori informazioni sul sito www.siobhandowdtrust.com.

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IL MISTERO DEL LONDON EYE
Siobhan Dowd
Traduzione: Sante Bandirali
Editore: Uovonero, 2011
Collana: I geodi
Pagine: 256
Età di lettura consigliata: dai 12 anni

Leggi anche la recensione dell'avventura successiva, Il mistero del Guggenheim, di Robin Stevens, da un'idea di Siobhan Dowd.










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